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Editoriale

L'AMORE NON TORMENTA, AMA

 
 
Purtroppo la letteratura è piena di storie tormentate, drammatiche, che finiscono per convincere che l'amore sentimentale, passionale, pieno di montagne russe, drammi, tradimenti e riconciliazioni sia l'amore "vero". Nulla di più falso, invece.
E' l'amore avvelenato, quello ch
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Il giorno in cui sono diventata Virginia Woolf

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Sì, sono diventata Virginia Woolf. Almeno sul web. Quando? Il 21 febbraio 2012. Dove? Nella pagina Facebook La Stanza di Virginia, collegata anche alla rivista web  che dirigo. In questa  pagina scrivo liberamente, citando anche autori, a volte.

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Road book - letture di strada

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Leggere insieme: la comunità delle parole condivise scende in piazza e fa il giro di Roma.

 

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I quaderni del MDS

La mia Istanbul

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Viaggio di una donna occidentale attraverso la Porta d'Oriente

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Francesca Pacini a RAI1

Il blog

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corsi redattoriCorsi di editoria per redattori. Consigli utili per trasformare una passione in mestiere.

 

Come fa, oggi, chi vuole lavorare come redattore? Il mercato è in crisi, ma gli spazi ci sono. Bisogna però conoscere bene tutte le basi di questo mestiere. Perché non è un mestiere che si improvvisa, quello del redattore. Ci vogliono talento e, soprattutto, una instancabile determinazione.

Innanzitutto bisogna capire bene quali sono le doti del redattore contemporaneo.

Che deve essere flessibile, veloce, eclettico. Dimentichiamo i tempi in cui si aspirava solo a fare l’editor o il correttore di bozze di una casa editrice. Il mondo del lavoro muta, muta in fretta. E ai posti tradizionali si sono affiancati gli spazi nelle nuove redazioni, che vanno dal web alle agenzie editoriali. Arrivando perfino alle aziende. Già, perché non ci si pensa mai, alle aziende. Che invece  cercano, anche loro, consulenti editoriali per scrivere, o riscrivere, i loro testi.

Chi vuole lavorare come redattore, dunque, che deve fare?

Prima di ogni cosa, deve porsi le seguenti domande:

Sono un buon lettore? Ho una passione smodata per la lettura?

Questa passione è quel fuoco di base che ci permetterà di imparare questo mestiere.

Sono curioso? Ho voglia di imparare, collegare, associare?

Una delle doti principali dei bravi redattori è la curiosità, quella stessa curiosità che anima anche il giornalismo. In questo mestiere è fondamentale mantenere sempre la voglia di imparare cose nuove, senza fermarsi a ciò che si si sa.

Ho riflettuto sulle mie qualità? Sono preciso? Oppure sono pasticcione ma creativo? Amo il righello e la squadra, oppure le curve che portano verso l’ignoto?

A seconda del lavoro in cui ci si specializza, alcune doti saranno più importanti di altre. Il bravo correttore di bozze, per esempio, deve essere lucido,preciso, quasi ossessivo. Deve avere un’attenzione maniacale verso le parole, gli spazi, i refusi, i neretti, gli equilibri di una pagina. Mentre l’editor, invece, è un "artista" della scrittura: possiede una sensibilità quasi “dolorosa” verso le possibilità dei linguaggi, delle narrazioni. L’editor lavora dietro le quinte, insieme all’autore. Conosce tutte le potenzialità di una scrittura, e aiuta il suo autore a realizzarle.

Cosa fa un redattore?

Il redattore prepara schede di valutazione, corregge le bozze, scrive la quarta di copertina, parla con gli autori, lavora come editor e scrive testi per il sito web (questo accade sempre più spesso). Oggi più che mai è importante saper fare più cose. Il redattore che sa usare anche gli strumenti tipici del giornalismo, e scrive in prima persona oltre che saper lavorare sui testi altrui, è qualcuno capace di fare la differenza.

Che cosa mi aspetto da un corso?

I corsi di editoria e di redazione (quelli seri) sono utili se ci si rimbocca le maniche affrontando con serietà l’insegnamento. In questo mestiere la teoria è funzionale alle pratica, e bisogna sapere bene che senza pratica non si approda in nessun luogo. Credere di ricevere manuali che ci spiegheranno per filo e per segno come fare questo mestiere è l’approccio sbagliato. Pensare, invece, che con docenti professionisti faremo un percorso didattico in cui gli esercizi e le simulazioni di situazioni lavorative diventeranno il gradino su cui saliremo per presentarci, alla fine, in case editrici e redazioni, è l’approccio corretto. La combinazione di teoria e pratica è fondamentale. Ma pensare di “arrivare” senza sfiancarsi su esercizi fatti e rifatti fino a raggiungere il livello che ci permetterà di lavorare da soli vuol dire mantenere un atteggiamento passivo che non ci porterà in nessun luogo.

Ma, alla fine di un corso, come farò per trovare lavoro?

Insieme ai tutor e ai docenti, si mette a punto la presentazione del curriculum e si studiano le strategie utili per presentarsi presso le varie strutture. Mandare una email oppure una lettera? Scrivere una presentazione oppure soltanto poche righe di introduzione? Richiamare o lasciar perdere?

Il modo in cui ci presentiamo è un po’come il modo in cui ci vestiamo: è un primo biglietto da visita che darà un’idea della nostra personalità. Ovviamente, poi, seguirà il contatto che rivelerà, con accuratezza, i nostri talenti (e anche, ahimè, i nostri limiti).

Certamente, scrivere un curriculum nel migliore de modi è un bel passo in avanti. Spesso arrivano curricula raffazzonati, che contengono perfino refusi. E spesso, i futuri, auspicati “datori di lavoro” ricevono mail di presentazione che contengono errori. Non bisogna sorridere, è più frequente di quanto i pensi, purtroppo….

Lo stage? Lo chiedo? Oppure no? Ma fino a quando?

Lo stage è un elemento molto delicato. All’inizio era esclusivamente un modo per arricchire e perfezionare la formazione, in uno scambio proficuo tra stagista e datore di stage. Oggi, purtroppo, la macchina degli stage, proliferata a dismisura, si rivela spesso uno sfruttamento di manodopera a rotazione. Per questo motivo è molto importante capire quali sono le reali opportunità, e come affrontare il percorso. Tra l’altro, uno stage serio non dovrebbe durare più di sei mesi (tre mesi, in questo settore, sono l’ideale) perché altrimenti significa ch,  invece di essere retribuiti, si continua a lavorare in una forma che conviene solo… a qualcuno.

Non bisogna pensare però che lo stage sia l’unico canale di accesso nel mondo dell’editoria.

Molti si sono inseriti in questo ambiente senza passare attraverso la catena degli stage. Sicuramente, oggi, conta di più diventare i più bravi piuttosto che passare, magari mediocremente, o senza brillare in modo particolare, di redazione in redazione.

Gli stage nelle redazioni web, e la capacità di scrivere in prima persona, sono molto importanti, in una società in cui tutti scrivono ma pochi scrivono davvero bene.

Ci sono libri che possono aiutarmi a capire se sono portato o no per questo mestiere?

Purtroppo no. Esistono vari testi e manuali specialistici, ma solo la pratica può farci misurare realmente con questo mestiere. Ecco perché un corso si rivela fondamentale nel capire e  sviluppare i nostri talenti.  Di sicuro, però, la lettura rimane il metro di misura fondamentale. Senza buoni, assidui lettori non ci saranno mai buoni scrittori, né buoni redattori.

 

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