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Il giorno in cui sono diventata Virginia Woolf

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Sì, sono diventata Virginia Woolf. Almeno sul web. Quando? Il 21 febbraio 2012. Dove? Nella pagina Facebook La Stanza di Virginia, collegata anche alla rivista web  che dirigo. In questa  pagina scrivo liberamente, citando anche autori, a volte.

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Road book - letture di strada

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Leggere insieme: la comunità delle parole condivise scende in piazza e fa il giro di Roma.

 

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I quaderni del MDS

La mia Istanbul

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Viaggio di una donna occidentale attraverso la Porta d'Oriente

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Francesca Pacini a RAI1

Il blog

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Lo schifo che avanza.

Se non ci si rendiamo  conto che la nostra società è’ ormai in avanzato stato di decomposizione saremo finiti sul serio.

La fine dello sforzo, dell’impegno e della creatività delegata a intelligenze artificiali e giovani rampanti del web ( la foto è’ tratta dal profilo di un ventenne italiano che sponsorizza AI e libretti da vendere si Amazon) saremo davvero al capolinea .

Ogni volta che deleghiamo all’intelligenza artificiale un compito intellettuale, perdiamo neuroni e capacità cognitiva. Atrofizzare cervelli sembra diventato il compito principale di questa società. I risultati sono già sotto gli occhi gi tutti, in ogni dove.

Purtroppo questa società agonizzante dal punto di vista della coscienza promuove lavori facili, privi di sforzi, di impegni, in cui a casa, da web, si guadagnano tantissimi soldi grazie al commercio on line.

E' così che perdiamo i cervelli e le braccia che attraverso  il lavoro costruiscono un certo tipo di identtià sociale e professionale, contribuendo al senso di una comunità e alla sua direzione.

I ragazzi stanno a casa tentando di fare fortuna con Tik Tok.

Del resto, i social non fanno che metterci in testa che per essere "cool" e "millennial" dobbiamo smetterla di studiare, specializzarci, usare perfino la nostra creatività: ci pensa il mondo digitale.

Mi rifiuto e combatterò fino alla fine per strappare ogni singolo ragazzo all'Intelligenza Artificiale, specialmente nel campi intellettuale.

L'intelletto è collegato al cuore, è intriso di umanità (basta pensare all'intelligenza emotiva di Goleman).

Provare a schiaffare la produzione culturale all'interno dei sistemi artificiali prudrrà il sonno temuto da Goya, quello che "genera mostri".

Li vediamo già, questi mostri, con i loro cervelli anemici infilati nello schermo del cellulare, li vediamo a casa, in metropolitana, a scuola e al lavoro.

E stanno proliferando.

L'idea della strada in discesa pernene è molto sinistra, quasi "diabolica". Perchè l'impegno e la disciplina contribuiscono a migliorare le capacità cognitive che invece questo mondo ossessivamente digitale tenta di destrutturare.

Il cervello è neuroplastico, cambia in base alle esperienze che facciamo.

E il cervello prigioniero dello smartphone dei social smette di avere le ali, e volare sulle vette dell'ingegno, della creatività.

Dobbiamo sporcarci le mani, dobbiamo amare l'allenamento della mente, è così che il cervello cambia in modo fertile, positivo.

Altrimenti si ritira, si accartoccia, e muore.

In questo caso specifico il giovane autore del post, e del sistema di vendote online, si vanta di aver cambiato la vita a milioni di persone, ma la mia vecchia scuola di giornalismo mi ha insegnato a controllare bene l'attendibilità delle fonti.

Ed ecco che il profilo facebook del ragazzo è nato solo un paio di mesi fa, e i follower sono 98. Molto buffo, per chi usai i social per accalappiare persone.

Al di là della presenza del post sponsorizzato, poco o nulla.

State attenti, non cedete alle lusinghe  di un marketing facile. Più vicino, appunto, alla marchetta che al marketing.

E poi i libretti lasciamoli ai semianalfabeti.

I libri, abbiamo bisogno dei libri.

Non dei "libretti" su Amazon, simbolo della decadenza socioculturale del nostro sistema editoriale ( e non solo)

Scrivere libri è una cosa seria.

I libri possono cambiare la vita di una persona.

I libri stimolano lì'immaginazione, favoriscono la capacità empatica dei neuroni a specchio attraverso i quali il lettore vive le stesse emozioni dei protagonisti, si identifica in loro, o li ripudia, arriccchendo la sua esperienza e, in fondo, la sua stessa esistenza.

Per il cervello non esiste differenza fra ciò che viviamo e ciò che immaginiamo, le neuroscienze stanno mostrando, ricerche alla mano, potenziali e attività finora inesplorati.

Un libro non è solo un libro. Si tratta di qualcosa di molto più ampio che coinvolge la vita di scrittori e lettori.

Se uccidiamo gli scrittori, moriranno anche i lettori.

Lo sapeva bene Borges, per il quale il libro esisteva realmente solo nelle mani di chi lo leggeva.

I libretti facili facili prodotti dall'Intelligenza Artificiale non potranno mai, mai avvicinarsi ai libri veri (sì, perchè di questo si tratta,  di libri "veri").

Nessuno se ne gioverà. Nè chi scrive, nè chi legge. Soltanto il profitto, come chiede, apounto, la nostra splendida civiltà, immersa nelle sorti "magnifiche e regressive".

Non cascateci.

Cercate la mente, e ceercate il cuore. Collegateli con un ponte. E attraversatelo, di continuo.

Ogni giorno.

 

 

Torneremo a parlarne presto. Molto presto.

Francesca Pacini